Un anno di Uber a Bologna: «Il servizio sta decollando»

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Bologna, 2 Novembre 2021

Un anno di Uber a Bologna: «Il servizio sta decollando»


Un anno di Uber a Bologna: «Il servizio sta decollando»

Cosepuri e l’azienda californiana soddisfatti: «Numeri decuplicati con la ripresa»

 

Le due realtà

Il matrimonio di interesse fra le due realtà è fondato sostanzialmente su una divisione dei beni: la prima dispone della tecnologia, la seconda della flotta (oltre 200 autovetture su Bologna). Ciascuna mantiene la propria identità organizzativa e tariffaria, coalizzandosi per intercettare le esigenze di mobilità della clientela internazionale in transito in città e per fornire al pubblico un’offerta di trasporto privato più ampia. La corsa più lunga è stata di 253 chilometri da Bologna a Gallarate, la più breve da un punto all’altro di via Indipendenza. «Il progetto era precedente al Covid e lanciare Uber Black nel 2020, tra lockdown e cambi di colore in base ai contagi, è stato audace — riconosce Pireddu — ma poi il servizio è decollato: il numero delle sessioni, e cioè degli accessi all’app per richiedere il servizio, ha già raggiunto quota 100 mila».

I numeri

Il picco è stato a settembre: «Numeri decuplicati con la ripresa di attività e manifestazioni fieristiche». Il target dell’utenza? «Il 75% internazionale, proveniente da 40 nazioni e già abituata all’interfaccia Uber per gli spostamenti — precisa —; il restante 25% italiana: residenti o turisti che hanno usato l’app all’estero o in altre città». Come Roma e Milano dove Uber c’è dal 2013. «Il primo contatto fu nel 2016 — ricorda Onofri —: già allora avevo visto la possibilità di collaborare come una grande opportunità. Il servizio è rodato e lo dimostra l’indice di soddisfazione dei clienti». Se prima di prenotare la corsa, possono conoscerne il prezzo, a fine percorso possono esprimere un voto (ma anche essere valutati) al servizio ricevuto. «E il rating — informa Onofri – ha una media di 4,8 su un massimo di 5».

La ricerca

Pireddu cita poi la ricerca Uber «Italiani e mobilità urbana» secondo cui è in aumento la necessità di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata, che rimane ancora il principale mezzo di trasporto, ma il suo utilizzo è in calo fra i giovani che preferiscono metro, bus, taxi/Ncc, bici e monopattini. «L’auto privata ha sempre minor presa sulle nuove generazioni, anche a causa della mancanza di alternative efficienti per la mobilità — rileva —. Uber cerca di offrire diverse opzioni volte all’integrazione e all’estensione delle reti di trasporto pubblico, fondamentali per il futuro della smart mobility». Quanto al futuro, al netto «delle ostilità ancora dimostrate dai tassisti» e nel pieno della transizione energetica «ma senza incentivi per chi sceglie l’elettrico», Onofri non esclude niente: «Siamo curiosi di capire le tendenze e pronti a interpretarle».



Alessandra Testa, in “Corriere di Bologna, 31/10/2021